Ricordiamo tutti l'immagine che divenne simbolo degli attacchi dell'11 settembre, l'uomo che cade.
Una foto scattata da Richard Drew, una delle più sconvolgenti raffigurazioni del male di ogni tempo.
Ritrae un uomo che precipita a capofitto dalla torre del World Trade Center, una gamba piegata, l'altra estesa come chi discenda una scala. Quell'uomo , mai identificato, venne costretto a quella immane caduta da
un'irrazionale impulso di fuga, dopo essere rimasto intrappolato ai piani alti della torre invasi da fuoco e fumo.
L'immagine analoga all'uomo che cade è, negli attacchi di Parigi,, la ragazza appesa al davanzale. Un'immagine iconica, che resta impressa nella memoria e scava nel nostro cervello, nella nostra coscienza morale, come una potente profezia. A riprenderla è stato Daniel Psenny, giornalista di Le Monde, che stava lavorando a casa. Ai primi scoppi ha pensato che fosse la tv. Poi, racconta, si è affacciato alla finestra al secondo piano che da sull'uscita di sicurezza del Bataclan, ed ha visto i disperati che fuggivano cercando scampo dal tiro al bersaglio.
La ragazza, a differenza dell'uomo che cade, ha potuto appigliarsi a un davanzale, sostenersi con i piedi sulle sbarre di un' inferriata, aspettare in quella posizione di vulnerabilità assoluta che qualcuno, concluso lo sterminio, la tirasse dentro. Sull'uomo che cade uno dei grandi scrittori americani, Don DeLillo, ha costruito un romanzo. La ragazza appesa è un'immagine molto diversa, forse meno scioccante e romanzabile, ma perchè, nel guardare il video che mostra i ragazzi che fuggono zoppicanti nel vicolo, e gli altri fuori dalle finestre sui davanzali, l'occhio insistentemente torna a lei, solo a lei, alla ragazza appesa?
La risposta è che lei è il nostro alter ego, il nostro testimone storico di questa escalation nella scientifica distruzione europea da parte dei jihadisti. Così come l'uomo che cade era l'americano - tipo, il cittadino di Manhattan che lavora al World Trade Center, la ragazza aggrappata ha preso il posto della Marianna- l'incarnazione allegorica della Francia - e ci ha mostrato lo stato di cose in Europa.
Non si può parlare nemmeno di metafora: quella ragazza non è una metafora è una persona concreta, braccata nel locale dove era andata a sentire musica rock americana, a divertirsi, a bere, a godersi una serata ci civile libertà come tutti facciamo in Occidente.
Il suo peccato mortale, agli occhi dei jiadisti, sta semplicemente nell'essere andata a un concerto, non c'è da andare a trovare colpe nascoste, collettive, indirette.
Ciò che la ragazza aggrappata ci insegna è che infatti ci vogliono uccidere per quello che concretamente, normalmente facciamo ogni giorno. E' solo per queste cose : ascoltare musica rock dopo il lavoro, vestire in modo disinvolto, ballare, bere, guardare una partita di calcio - solo per questo che ci spingono fuori dai palazzi , appesi con l'ultima falange delle dita a un davanzale. Ragionando dal loro punto di vista ideologico, i jihadisti non vogliono terrorizzare, e nemmeno invadere. Vogliono disinfestare.
Sapete quando trovate la cucina piena di formiche, di blatte, o quando uccidete un ragno ( non bisognerebbe, portano fortuna ) e trovandovi vicino alla finestra lo scaraventate giù sull'asfalto?
Ecco, così!
Ma com'è successo che ci siamo trasformati in insetti da sterminare? Com'è successo che siamo finiti appiattiti sull'intonaco, appesi per la punta delle dita, ammutoliti di terrore, in una situazione di blocco assoluto che ricorda una delle carte più infauste dei Tarocchi: l'Appeso?
Lui sta a testa in giù, come l'uomo che cade,ma nella nostra situazione essere dritti o capovolti, visto che siamo ridotti alla completa impotenza, cambia poco. Come l'Appeso o l'appesa alla finestra del Bataclan, non abbiamo più un sostegno sotto di noi, la nostra esistenza ha perso improvvisamente ogni appoggio, ogni fondamento, siamo talmente storditi dalla violenza dell' aggressione, dall'inadeguatezza delle nostre difese, dalla vaporosità delle nostre chiacchiere a fronte dei proiettili di Kalashnikov, da saper solo mettere le forze in quelle falangi, ultimo residuo di un'energia appassita che ormai sappiamo indirizzare solo a conservare la nostra codarda sottomissione.
Di consolante c'è che la ragazza appesa oggi è viva mentre dell'uomo che cade non resta che quella foto. E ora immaginate una jihadista appeso come quella ragazza. Vi risulterà difficile. Odiano le nostre vite, e quanto alla loro, gli danno un senso solo in vista della morte, propria e altrui.
Evocherebbero l'inferno piuttosto che finire appesi a un davanzale. In effetti è proprio quello che stanno facendo. Ci ridurremo come quella voce nel canto biblico, che chiede alla sentinella a che punto è la notte e si sente rispondere che è ancora notte, che il mattino verrà, di tornare a domandare un'altra volta o cominceremo a fare qualche cosa prima della defenestrazione?
( Immagini dal web, fonte G.T. )
