Il personaggio più brillante, romantico, drammatico ed eroico dell'epopea napoleonica è stato certamente Michel Ney, duca di Elchingen, e principe della Moscova, Maresciallo di Francia, degna figura emblematica da romanzo stendhaliano, giustiziato a Parigi nei giardini di Lussemburgo il 7 dicembre 1815 dopo la restaurazione dei Borboni con Luigi XVIII.
Nato a Sarreluis, nel territorio della Saar, il 10 gennaio 1769, di umilissime origini ( il padre bottaio, la madre lavandaia, lui usciere al catasto ), nel 1788 si arruolò e nel 1796 divenne generale, solo grazie alle sue doti personali, all'ardimento, alla tenacia.
Comandante dell'Armata del Reno nel 1799 e vincitore della battaglia di Hohenlinden, conquistò Elchingen, occupò il Tirolo, partecipò alla battaglia di Jena e fu l'eroe di Friedland. In precedenza per l'intero 1803, per conto di Napoleone si recò in Svizzera ed attese all'organizzazione politica del Paese.
Ricevette l'appellativo di Prode dei Prodi nel 1807. L'anno dopo venne inviato in Spagna, soprattutto il Galizia, ma la lunga ed estenuante guerriglia provocò in lui una crisi di identità cercando caparbiamente quella pace che contrastava con i dodici anni passati a guerreggiare. Nel 1811 si rifiutò in territorio iberico di obbedire ad Andrè Massena, duca di Rivoli e principe di Eslling, e Napoleone preferì richiamarlo in Francia per disporsi alla campagna di Russia dell'anno dopo.
Vittorioso a Smolensk e Borodino ( o Moscova ) nel settembre dello stesso anno, partecipò alla drammatica ritirata dove comandò la retroguardia e fu eroe senza fama nel passaggio della Beresina.
Ancora con Napoleone nel 1813, nonostante la sua presenza non potè evitare la sconfitta di Denewitz in Germania ( 6 settembre ).
Con l'ingresso degli alleati a Parigi ( 31 marzo 1814 )Ney fu tra i più convinti assertori dell'abdicazione di Napoleone ( 6 aprile ) e al tempo stesso offrì i suoi servigi a Luigi XVIII il quale, strafelice, lo colmò di onori nominandolo addirittura Pari di Francia.
Ritiratosi in provincia per rimanere estraneo agli intrighi di corte, quando Napoleone tornò dall'Elba ( 1° marzo 1815 ) Ney disapprovò apertamente il ritorno dell'ex imperatore e si dichiarò pronto a sbarrargli la strada. Ma l'entusiasmo buonapartista delle truppe gli fece cambiare idea e raggiunse Napoleone a Auxerre il 14 marzo. Comandante di due corpi d'armata a Quatre - Bas ( 16 giugno ) dove battè inutilmente Wellington nella sciagurata Waterloo ( 18 ), capendo ormai come la capitolazione fosse prossima, compì atti di grande valore e cercò invano la morte.
Fuggito a Cahors, nel Dipartimento del Lot nella Francia Centrale, venne catturato nell'agosto e nonostante durante il processo fosse difeso da due brillanti avvocati ( Andrè Marie Dupin e Augeste Berryer ) e la popolazione parteggiasse smaccatamente per lui, venne condannato a morte.
Anche se oggi si è modificata ed ampliata nel significato, a lui comunque viene attribuita la paternità dell'espressione " Generale Inverno ", inserita nel contesto di una lettera inviata durante la Campagna di Russia dove scrisse che " più delle pallottole e degli eserciti, fummo sconfitti dal Generale Inverno, portatore di fame e di disperazione ".
Una vita da leone, senza alcun dubbio.
( Sergio De Benedetti, Libero del 3 dicembre 2015 )
( Fotografie dal web )
Ricevette l'appellativo di Prode dei Prodi nel 1807. L'anno dopo venne inviato in Spagna, soprattutto il Galizia, ma la lunga ed estenuante guerriglia provocò in lui una crisi di identità cercando caparbiamente quella pace che contrastava con i dodici anni passati a guerreggiare. Nel 1811 si rifiutò in territorio iberico di obbedire ad Andrè Massena, duca di Rivoli e principe di Eslling, e Napoleone preferì richiamarlo in Francia per disporsi alla campagna di Russia dell'anno dopo.
Vittorioso a Smolensk e Borodino ( o Moscova ) nel settembre dello stesso anno, partecipò alla drammatica ritirata dove comandò la retroguardia e fu eroe senza fama nel passaggio della Beresina.
Ancora con Napoleone nel 1813, nonostante la sua presenza non potè evitare la sconfitta di Denewitz in Germania ( 6 settembre ).
Con l'ingresso degli alleati a Parigi ( 31 marzo 1814 )Ney fu tra i più convinti assertori dell'abdicazione di Napoleone ( 6 aprile ) e al tempo stesso offrì i suoi servigi a Luigi XVIII il quale, strafelice, lo colmò di onori nominandolo addirittura Pari di Francia.
Ritiratosi in provincia per rimanere estraneo agli intrighi di corte, quando Napoleone tornò dall'Elba ( 1° marzo 1815 ) Ney disapprovò apertamente il ritorno dell'ex imperatore e si dichiarò pronto a sbarrargli la strada. Ma l'entusiasmo buonapartista delle truppe gli fece cambiare idea e raggiunse Napoleone a Auxerre il 14 marzo. Comandante di due corpi d'armata a Quatre - Bas ( 16 giugno ) dove battè inutilmente Wellington nella sciagurata Waterloo ( 18 ), capendo ormai come la capitolazione fosse prossima, compì atti di grande valore e cercò invano la morte.
Fuggito a Cahors, nel Dipartimento del Lot nella Francia Centrale, venne catturato nell'agosto e nonostante durante il processo fosse difeso da due brillanti avvocati ( Andrè Marie Dupin e Augeste Berryer ) e la popolazione parteggiasse smaccatamente per lui, venne condannato a morte.
Anche se oggi si è modificata ed ampliata nel significato, a lui comunque viene attribuita la paternità dell'espressione " Generale Inverno ", inserita nel contesto di una lettera inviata durante la Campagna di Russia dove scrisse che " più delle pallottole e degli eserciti, fummo sconfitti dal Generale Inverno, portatore di fame e di disperazione ".
Una vita da leone, senza alcun dubbio.
( Sergio De Benedetti, Libero del 3 dicembre 2015 )
( Fotografie dal web )